Il primo protagonista è un villaggio, Zampé. Anch’esso ormai metafisico. Esisteva, non esiste più, esiste dettagliatamente nella memoria o nell’immaginazione, è rimasto “paradiso” nei ricordi.
Rimane tuttavia sempre immutato, incombente, più gagliardo di ogni memoria, in tutta la sua natura e indistruttibilità e con l’intrattabile e terrificante potenza delle valanghe che ha seminato più volte crani, tibie e femori “quello che lassù, a Zampé, chiamavano il Grand–Couloir”
“La vita è malvagia, il mondo è ingiusto. Quel villaggio cancellato svela la crudeltà del cuore umano”, dice Philippe, il protagonista pittore. Un villaggio “assassinato dal volere dell’uomo... ciò che gli uomini avevano costruito in tanti secoli, un manipolo di incoscienti l’aveva distrutto.”
dalla prefazione di Silvano Toppi
Si ringrazia per il sostegno alla pubblicazione:
“Aiuto federale per la lingua e la cultura italiana”
Divisione della cultura e degli studi universitari del Canton Ticino.
Promozione della Cultura Cantone dei Grigioni/SWISSLOS
FONDATION OERTLI STIFTUNG
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